Il guerriero dei petali di ciliegio

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Eccoci qua, ho notato la sezione e ho deciso di postare un po' di scritture a random. Ogni tanto se ho del tempo libero mi metto a scrivere. Avrei diversa roba che vorrei far leggere, ma se apro tanti topic contemporaneamente poi diventa un casino, quindi farò un po' per volta, se non mi bannate prima per eccesso di scrittura asd
Anyway, questo raccontino è un tentativo di realizzare una piccola leggenda, l'ho scritto tempo fa. In caso di commenti, non siate troppo duri, è da diverso tempo che scrivo in maniera un po' forzata.

Il guerriero dei petali di ciliegio

Narra la leggenda di un giovane guerriero vissuto secoli addietro, le cui gesta rinondavano di paese in paese.
Un Signore assai ricco, ma non nell'intelletto, si assicurò il giovane ingaggiandolo come guardia della magione, promettendo un ricco salario, oltre a buon vitto e alloggio.
Il nobile era sposato con una bella donna, la quale non nutriva alcun sentimento d'affetto verso il consorte. Costretta a maritarsi quando ancora incapace di procreare, la donna viveva nel lusso, concedendosi abitudine sfarzose e intrattenimenti lussuriosi, all'oscuro dell'ingenuo marito.
Quando il giovane guerriero arrivò per la prima volta alla magione per adempiere il suo dovere, la signora se ne invaghi al primo sguardo, ammirando la prestanza e i lineamenti di quel giovane.
Non trascorse molto e la donna riuscì a sedurre il guerriero, promettendo lui ricchezza, ma soprattutto giurando il suo eterno amore.
Il guerriero, ancor troppo giovane per poter capire tali menzogne, nutrì per diverso tempo un amore incondizionato per la donna che lo aveva fin da subito accolto e la quale diceva di amarlo.
I due solevano incontrarsi di nascosto, ore rubate nelle quali si concedevano l'un l'altro momenti di piacere.
I loro incontri segreti durarono a lungo, fin quando una sera non furono scoperti da uno sguattero, che immediatamente avvertì il nobile Signore, sperando in una ricompensa.
La furia del nobile fu inevitabile, rosso in viso, tremante fino ai piedi, l'uomo si fece portare dinanzi i due amanti, pretendendo spiegazioni immediate.
Con sconcerto del guerriero, la donna giurò, tra vili menzogne, di essere stata costretta dal giovane ad avere una relazione, minacciandola di morte.
Il tradimento e la delusione d'amore che il giovane subì furono tali da non permettergli di trovare difesa alcuna, il nobile sentenziò la sua condanna a morte, ordinando alle guardie di trafiggere il cuore del giovane con una spada.
Fu così che una sera di primavera due guardie scortarono il giovane guerriero sotto ad un albero di ciliegio.
Trafitto il cuore, i petali di ciliegio a terra caduti si macchiarono di rosso.
La leggenda narra che ancora oggi, sotto quell'albero di ciliegio, nel periodo di fioritura, lo spirito del guerriero attenda solerte, in attesa che un'anima candida come la neve nutra nei suoi confronti un vero sentimento d'amore, così solo allora il guerriero riuscirà a trovare la via dei cieli.
Naque così la leggenda del guerriero dei petali di ciliegio.

Namiru, giovane donzella in età da marito, fu destata ben presto dalla madre, la quale ordinò alla giovane di andare al ruscello e riempire d'acqua due secchi.
La giovane quindi si incamminò, secchi in mano, verso la meta, sopraffatta dai suoi pensieri.
La ragazza temeva infatti il giorno in cui il padre l'avrebbe concessa in sposa, promessa dalla nascita ad un signorotto di un villaggio vicino.
Di tale uomo le voci che ne parlavano erano poco esaltanti: di aspetto assai poco desiderabile, temperamento violento e scarsa intelligenza facevano di quell'uomo un buzzurro, marito che Namiru non avrebbe mai desiderato, dato che lei in verità sognava di innamorarsi spontaneamente.
Immedesimata dei suoi pensieri, Namiru si stupì di essere giunta alla meta.
Riempiti i due secchi, la giovane fece per tornare sui propri passi, quando notò per caso la fioritura di un vicino albero di ciliegio, imponente e quantomai splendido nei suoi fiori rosa.
Attratta dalla bellezza della pianta, Namiru si avvicinò ammirata, e posti i secchi a terra, unì d'improvviso le mani e chiuse gli occhi.
La nonna le raccontava che, secondo antica tradizione, chi esprimeva un desiderio sotto ad un albero di cieliegio nel pieno della fioritura, poteva sperare che questo si avverasse.
Desiderò quindi con tutto il cuore che il padre non la dasse in moglie al signorotto che tanto odiava, sperando un giorno di poter incontrare il vero amore.
Finito di esprimere il desiderio, nulla accadde; si avviò mesta a prendere i secchi, quando una voce maschile la raggiunse.
La giovane si girò di scatto, trovando ai suoi occhi un ragazzo in armatura, sorridendo tristemente in sua direzione.
Il giovane si offrì di portare i secchi per conto di Namiru, senza accettar protesta alcuna.
I due giovani parlarono lungo tutta la strada che portava alla casa di Namiru, ridendo e scherzando come due comuni ragazzi.
Arrivati all'abitazione di Namiru, la giovane fece per ringraziare il ragazzo in armatura, ma guardando alla sua destra vide solo il secchio posato a terra, del giovane traccia alcuna.
Namiru tornò sotto l'albero nei giorni seguenti, non mancava un visita all'albero per nessuna ragione al mondo, perchè dinanzi a quell'albero trovava sempre il giovane guerriero, e Namiru la sera prima di addormentarsi sognava il giorno seguente, quando avrebbe potuto parlare con lui.
Trascorsero i giorni, e l'attrazione che la giovane Namiru provava verso il giovane senza nome cominciava a trasformasi in qualcosa di più grande, una sensazione che aveva origine nel cuore ma che si estandeva a tutto il corpo, illuminando i verdi occhi di Namiru e facendole arrossire le già rosee guancie.
Fu così che una bella sera di promavera, quando al solito la giovane e il guerriero se ne stavano seduti sotto ai rami del ciliegio, Namiru avvicinò il viso verso il giovane, desiderosa di un bacio.
Il guerriero sorrise, affondò una mano nei capelli di Namiru e baciò la giovane con rapita intensità, le labbra unite insieme al loro calore che quasi si diffuse nell'aria, amore giovane ed eterno.
Separatosi da Namiru, il giovane, oramai raggiante, si congedò come sempre accadeva nei loro incontri, sparendo misteriosamente in un battito di ciglia.
Namiru tornò la sera seguente, e la sera che la seguì, così per una settimana, senza mai trovare il ragazzo che aveva imparato ad amare, prostrandosi infelice dinanzi all'albero i cui rami ormai non portavano nulla.
Namiru invero non rivide mai più qulel giovane, nonostante il suo desiderio nei suoi confronti la consumasse dentro, versando dolorose lacrime bollenti ogni qualvolta lei pensasse all'amato.
Un anno passò, e Namiru si diresse come al solito al ruscello a prendere l'acqua, quando notò l'albero sotto il quale aveva passato ore felici essere di nuovo in fiore.
Si avvicinò, titubante, aspettandosi forse la comparsa del giovane amore, quando impovvisamente un petalo di ciliegio, di un raro rosso acceso, si adagiò sulla sua testa.
Namiru afferrò il petalo, le dita tremanti, e improvvisamente fu travolta da un venticello piacevolmente caldo, e fu quasi certa di aver udito la voce del giovane che la ringraziava.
Le sorprese per Namiru non finirono, infatti una nefasta (in verità solo per il padre) notizia sopraggiunse alla casa di Namiru: il signorotto che ella avrebbe dovuto sposare era morto, caduto da cavallo.
In seguito Namiru si sentì felice come non mai, era libera, libera di innamorarsi, di vivere la gioventù, ed in cuor suo era convinta, stringendo in mano il petalo rosso, che il giovane amato era più vicino di quanto ella credeva.
Questa è la leggenda del guerriero dei petali di cieliegio, giovane uomo che trovato il vero amore riuscì a raggiungere la via dei cieli.
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Callaghan
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Iscritto il: 19 giu 2008, 15:24

Mi disturba il linguaggio un po' pretenzioso, infatti non l'ho finito asd
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Callaghan ha scritto:Mi disturba il linguaggio un po' pretenzioso, infatti non l'ho finito asd
Scrivo in molti modi diversi, e questo è uno di quelli in cui mi sono espresso cercando di essere coerente con lo "stile" che spesso contraddistingue le piccole leggende di questo genere asd
So che è forse può risultare pesante, ma tento sempre stili nuovi :D
Fratellino90
Bimbo-Minchia
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Iscritto il: 17 ott 2012, 15:53
Manga preferito: Full Metal Alchemist

A me invece è piaciuto molto il tuo stile ed è coerente con il tipo di racconto che ti premuri a proporre, come giustamente hai già detto. La storia è molto carina, anche se non c'è elemento di novità, sembra una di quelle leggende giapponesi che vengono narrate nei film o negli anime, ma è molto utile come fonte d'intrattenimento. Spero di poter leggere altri tuoi racconti! :) :)
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Freddo08
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Iscritto il: 05 ott 2008, 22:13
Località: Roma Caput Mundi

Bel racconto, complimenti! Alla fine anche se è una storia non originalissima si lascia leggere. Forse perché è corta asd
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Chi sa fare fa, chi non sa fare insegna!

I miracoli in questo mondo non esistono... ci sono solo i fatti inevitabili, gli incidenti e ciò che viene causato dagli altri.

Eliovinci scrive:
Signor Freddo, mi potrebbe dare una spiegazione per cui in tutti i manga sportivi il coach deve esser spessissimo una donna?
Freddo08 scrive:
Perché così gli sportivi danno di più spronati da quel ben di Dio chiamato fica
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rococo96
Hasta Sensei
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Iscritto il: 23 ago 2012, 14:00

Gran bel racconto, hai una grande inventiva e 6 molto bravo a scrivere, ancora complimenti :D
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